Maddalena Schiavo

Maddalena è cresciuta nella verde campagna vicentina. E’ lì che amava passeggiare nel vigneto dello zio succhiando fiori gialli dal sapore di vino, nascondersi fra pannocchie e papaveri rossi e correre a perdi fiato per i campi. Accanto all’amore per la natura, si è sviluppato l’amore per la cultura: laureata in Filosofia, ha lavorato a lungo in una biblioteca pubblica, occupandosi in particolare di letteratura per l’infazia. La sua passione per la scrittura è nata assieme al piacere della lettura, fino a diventare autrice di testi per infanzia. Dal 2014, in collaborazione con alcune case editrici, pubblica in Italia albi illustrati, tra cui Un’ombra sulla luna e Il silenzio. Si occupa anche di letture animate e laboratori in scuole, biblioteche, associazioni e librerie. I suoi racconti hanno vinto diversi concorsi letterari e i suoi albi sono stati segnalati nelle maggiori riviste specialistiche italiane, tra cui la rivista Andersen.


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dietro le quinte…

Cosa ha significato per te lavorare all’albo illustrato Prima era uno?

Quando Susy mi ha mostrato questo progetto chiedendomi di scrivere il testo, subito ho pensato che il progetto poteva dar vita ad un originale albo illustrato per i piccolissimi. Ma come creare un dialogo tra immagine e testo? Come tracciare questo doppio filo narrativo lasciando integro il senso, senza essere scontati o banali? Le illustrazioni di Susy potevano bastare a se stesse oppure necessitavano davvero di parole che portassero alla luce tutto il loro potenziale evocativo?
Il primo scoglio fu quello di trovare uno stile narrativo adatto alle illustrazioni e al target a cui l’albo era destinato. Volevo originalità e nello stesso tempo poesia e emozione. Troppe cose per la mia, ancora, acerba esperienza di autrice. Si aggiunga il fatto che questo piccolo albo illustrato doveva anche essere un omaggio al grande Leo Lionni! Il rischio maggiore era quindi quello di essere scontati e per niente originali.

Questo lavoro ti ha suscitato qualche emozione particolare? In caso, ti andrebbe di raccontarci?

Le emozioni sono state tantissime: sicuramente gioia e felicità di poter lavorare ad un progetto che ritenevo innovativo e denso di significati. Parlare ai bambini in età prescolare di diversità, separazione e intolleranza non era facile, soprattutto se i protagonisti erano dei semplici puntini: puntini che poi, sono diventati, nel mio immaginario, dei granelli portati dal vento, trasportati dal mare e accompagnati dalla terra.

Ci sono stati momenti di difficoltà, e anche di fluidità, nel tuo processo creativo?

Sì, come dicevo la prima difficoltà fu quella di trovare lo stile narrativo più adatto per dar voce ai “puntini” di Susy. Una volta capito come rendere comprenbili ai bambini  concetti complessi quali separazione, rifiuto e odio, tutto è diventato più semplice e fluido.

Quali sono le pagine a cui sei più affezionato e perché?

Diciamo che la parte del progetto che mi ha fatto emozionare maggiormente e alla quale sono più affezionata è la parte seconda: i granelli, uniti, iniziano a costruire, ad esplorare, a scoprire, vincendo la paura della diversità. I bambini vivono quotidianamente la diversità a scuola, nello sport e negli altri momenti del loro quotidiano e questo è il punto di partenza per costruire il futuro.

Come è stato lavorare con le Pulci Volanti?

Lavorare con voi è stato come “costruire un puzzle”, dove ognuna di noi ha aggiunto dei piccoli pezzi, al posto giusto, senza mai sovrapporsi all’altra. Un albo a otto mani che si sono unite e hanno collaborato al meglio trovando la soluzione giusta per superare le difficoltà… Insieme!

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